Sono uno dei fenomeni mediatici del momento e stanno crescendo anche in Italia: vi spieghiamo cosa sono, come scoprirne di nuovi e come seguirli

A inizio 2019 il gigante dello streaming musical Spotify ha acquisito Gimlet Media, la più importante casa produttrice di podcast del mondo, per più di 200 milioni di dollari. L’acquisizione testimonia, se ancora ce ne fosse bisogno, l’aumento della popolarità del formato podcast a livello globale nel corso degli ultimi anni.

Anche in Italia il fenomeno sta crescendo: secondo di dati di uno studio di Nielsen, nel nostro Paese gli ascoltatori di podcast sono passati da circa 850.000 nel 2015 a 2,7 milioni alla fine del 2018. Fra chi non li ascolta, dicono sempre i dati di Nielsen, la motivazione più frequente non è lo scarso interesse o la preferenza per altre tipologie di contenuti, ma la mancata conoscenza del servizio. È comprensibile, perché spiegare bene che cosa sia un podcast a chi non ne hai mai ascoltato uno non è semplice. Né è sempre immediato l’accesso agli strumenti di ascolto, nonostante siano gratuiti e disponibili su qualsiasi smartphone.

Che cos’è un podcast?

Da un punto di vista puramente tecnico, i podcast sono programmi audio, solitamente di natura seriale a episodi, che si scaricano da Internet sul proprio smartphone attraverso piattaforme dedicate. Non sono (soltanto) programmi radiofonici, anche se molte stazioni utilizzano con successo le piattaforme di distribuzione dei podcast per ospitare le repliche on-demand delle loro trasmissioni. Non sono neppure un fenomeno nuovo, anzi: risalgono ai primi duemila, quando la facilità di accesso alle tecnologie di registrazione audio e di distribuzione via internet diedero vita a un formato nuovo che si poteva scaricare gratuitamente e ascoltare sul proprio iPod (tanto che il «pod» nel nome è un riferimento abbastanza diretto al player mp3 di Apple).

Se un programma radiofonico viene definito da una lunghezza prestabilita e da tempi irregimentati dalle pause e dagli stacchi, un podcast è invece composto da puntate in forma libera (anche se tutti i podcast hanno, bene o male, una struttura) ed è definito principalmente dall’argomento trattato, senza imposizioni su formato o durata. Questa fluidità che rende un po’ complicato dare una definizione immediata di podcast è anche la grande forza del medium, che si presta a raccontare, parlare e far parlare di qualsiasi argomento.

Ci sono infatti podcast per tutti i gusti e tutti gli interessi: dai radiodrammi, come quelli che le radio – salvo encomiabili eccezioni – non fanno quasi più, ai racconti seriali, dai corsi di lingua a quelli di crescita personale, dalle chiacchierate fra amici appassionati di uno specifico argomento ai bollettini sulle notizie di attualità o sulle ultime novità di uno specifico settore. L’orizzonte dei podcast, grazie alla facilità di accesso agli strumenti di produzione e alla creatività dei creatori, è potenzialmente sconfinato.

Come si ascoltano i podcast?

Iniziare a navigare sulle piattaforme di distribuzione e ascoltare qualche puntata rimane però il modo migliore per capire a fondo cosa sono i podcast e come funzionano. Se possedete uno smartphone e un paio di cuffie, avete già tutto ciò che vi serve.

La piattaforma di raccolta e distribuzione dei podcast più popolare e diffusa è Apple Podcast. Qui i creatori di podcast caricano il proprio «feed» con cui indicano al sistema dove recuperare fisicamente i file delle puntate e tutte le altre informazioni. Con iPhone si può accedere ad Apple Podcast con l’applicazione omonima (è l’icona viola con un omino e due cerchi concentrici). Nel caso l’aveste cancellata la potete scaricare gratuitamente da App Store. Una volta aperta potete cercare un podcast con un tap sull’icona della lente, in basso. Se non sapete cosa cercare, vi consigliamo ovviamente i podcast di Vanity Fair (che trovate anche sulla piattaforma Spreaker): ne abbiamo per tutti i gusti e per tutti gli argomenti, dalla tecnologia alle serie TV, passando per le interviste e il life-coaching.

Quando avete trovato un podcast di vostro gradimento potete selezionarlo per vedere tutte le puntate disponibili. Con un altro tap sulla puntata parte la riproduzione, mentre per «iscriversi» gratuitamente basta selezionare il logo del podcast, in alto, e poi il bottone «ISCRIVITI». I podcast che avete scelto di seguire vengono raccolti nella schermata libreria e le nuove puntate disponibili verranno scaricate qui in automatico.
Dal menu «Scopri» si può accedere alle classifiche e al catalogo dei podcast per categorie mentre dalla schermata «Ascolta ora si può controllare la puntata attualmente in corso di riproduzione».

Anche le altre app e piattaforme funzionano in maniera analoga. Se avete un dispositivo Android l’app di riferimento è Google Podcasts, che si scarica gratis dal Play Store. Alla prima apertura l’applicazione vi proporrà subito una lista dei podcast più popolari. La ricerca si effettua con l’icona che trovate in alto a sinistra, mentre ci si iscrive con un tap sul pulsante «Abbonati» nella schermata singola del podcast.

Sia su iOS che su Android sono poi disponibili molte altre applicazioni gratuite per l’ascolto dei podcast, sulle quali è possibile accedere a tutto il catalogo di Apple Podcast o Google Podcast. Oltre all’interfaccia e ad alcune funzioni, la differenza la fanno solitamente i contenuti creati in esclusiva per la piattaforma di riferimento dell’app (un po’ come le serie TV originali di Netflix, Prime Video o Sky). Quasi nessuno di questi servizi richiede di pagare un abbonamento per l’ascolto. Un’eccezione ben nota è Audible, di proprietà di Amazon. Il servizio, nato come piattaforma per gli audiolibri, ospita ormai da tempo molti contenuti originali in formato podcast.


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